lunedì 12 marzo 2012

Advice on Writing #1

Sono una fanatica degli elenchi di "regole per ...", specialmente quando si parla di scrittura. Adoro il fatto che qualcuno si prenda la briga di dare suggerimenti ai suoi potenziali concorrenti. Oggi, leggendo un articolo del Guardian ripreso da Internazionale (un articolo su una scuola di scrittura per bambini che vivono in condizioni disagiate, God bless you) mi sono imbattuta nell'ennesimo elenco. Chi lo ha composto è Anne Enright, scrittrice irlandese molto amata in patria. Questo elenco mi piace più degli altri (che pubblicherò quanto prima), forse anche perchè in quella scuola di scrittura per bambini è diventato un decalogo imprescindibile. A voi.

venerdì 9 marzo 2012

La legge della fascetta

E ora, alcuni calzanti esempi della teoria della fascetta.


La fascetta recita: "Cinque edizioni in tre settimane. Enigmatico come Il nome della rosa. Avvincente come I pilastri della terra. Un esordio che rimarrà nella storia".
Io avrei aggiunto: "Ci hanno promesso che sostituirà l'Inferno di Dante in primo liceo".

Sono un pollo da libreria

Dopo aver tanto parlato di fascette e strilloni ("La vostra vita non sarà più la stessa dopo aver letto questo libro", "Il più grande scrittore di fanta-horror-politico di tutti i tempi", "8 miliardi di copie vendute in tutto il mondo"), arriva alla nostra attenzione un articolo firmato da Edoardo Camurri e pubblicato su Il club della lettura, del Corriere della Sera online.
Copio interamente il testo perché mi sembra illuminante e anche perché mi ha dato un'idea divertentissima che metterò in pratica quanto prima.
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Confesso di essere un pollo. Perlomeno divento tale quando compio certi esercizi spirituali che si possono riassumere in questo modo: convincersi che viviamo nel migliore dei mondi possibili. Quando entro in una libreria, per esempio, mi costringo a beccare intorno ai libri pubblicizzati con la fascetta e qui, come se avvenisse un’ulteriore metamorfosi, il galletto diventa una specie di Leibniz redivivo, il filosofo tedesco e barocco che era convinto che Dio non potesse scegliere un mondo migliore di quello nel quale viviamo.